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Probiotico o prebiotico?

 

Probiotico, prebiotico e simbiotico

Il termine probiotico è riservato a quei microrganismi che si dimostrano in grado, una volta ingeriti in adeguate quantità, di esercitare funzioni benefiche per l’organismo.
Per alimenti/integratori con probiotici si intendono quegli alimenti che contengono, in numero sufficientemente elevato, microrganismi probiotici vivi e attivi, in grado di raggiungere l’intestino, moltiplicarsi ed esercitare un’azione di equilibrio sulla microflora intestinale mediante colonizzazione diretta. Si tratta quindi di alimenti in grado di promuovere e migliorare le funzioni di equilibrio fisiologico dell’organismo attraverso un insieme di effetti aggiuntivi rispetto alle normali attività nutrizionali.
I ceppi probiotici più comuni presenti negli integratori alimentari sono Lactobacillus rhamnosus, Saccharomyces boulardii, Bacillus clausii, Bifidobacterium bifidum, Bifidobacterium lactis, Lactobacillus paracasei, Lactobacillus acidophilus, Lactobacillus salivarius.

La definizione di prebiotico è riservata alle sostanze non digeribili di origine alimentare che, assunte in quantità adeguata, favoriscono selettivamente la crescita e l’attività di uno o più batteri già presenti nel tratto intestinale o assunti insieme al prebiotico. Con alimenti/integratori a base di prebiotici ci si riferisce a quegli alimenti che contengono in quantità adeguata, molecole prebiotiche in grado di promuovere lo sviluppo di gruppi batterici utili all’uomo.
I composti prebiotici maggiormente utilizzati negli integratori alimentari sono inulina, frutto-oligosaccaridi e galatto-oligosaccaridi.

Un alimento/integratore con simbiotico contiene sia probiotici che prebiotici.

 

Indicazioni del Ministero della Salute

Il Ministero della Salute attraverso le “Linee guida su probiotici e prebiotici” Rev. Marzo 2018, definisce le indicazioni per l’uso negli alimenti e negli integratori alimentari di microrganismi probiotici (batteri e/o lieviti) e di prebiotici.

I microrganismi probiotici che possono essere impiegati negli alimenti e negli integratori alimentari devono soddisfare i seguenti requisiti:
– essere usati tradizionalmente per integrare la microflora (microbiota) intestinale dell’uomo;
– essere considerati sicuri per l’impiego nell’uomo. Un utile riferimento a tal fine è rappresentato dai criteri definiti dall’EFSA sullo status di “QPS” (“Presunzione Qualificata di Sicurezza”). In ogni caso i microrganismi usati per la produzione di alimenti non devono essere portatori di antibiotico-resistenza acquisita e/o trasmissibile;
– essere attivi a livello intestinale in quantità tale da moltiplicarsi in tale sede.

Le sostanze impiegate come prebiotici devono soddisfare i seguenti requisiti:
– essere sicure per l’uomo sulla base di un uso tradizionale per cui non si tratta di novel food ai sensi del Regolamento (UE) 2015/2283;
– essere presenti sulle quantità di assunzione giornaliera in quantità plausibili per svolgere un effetto “prebiotico” secondo le evidenze scientifiche disponibili. Tra i costituenti impiegabili come prebiotici si riportano ad esempio l’inulina, i frutto-oligosaccaridi (FOS) e i galatto-oligosaccaridi (GOS).

 

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Fonte:
Ministero della Salute