La protezione solare
La scelta della corretta protezione solare va fatta basandosi sul proprio fototipo come abbiamo raccontato in precedenza e sul grado di esposizione al sole a cui intendiamo sottoporci.
Stabilito questo, è necessario ricercare sul prodotto cosmetico solare che intendiamo acquistare alcune specifiche diciture che diano la garanzia di protezione. Queste diciture sono il fattore di protezione solare o SPF (sun protection factor) e la protezione UVA.
Si tratta di valori numerici indicati sull’etichetta del prodotto cosmetico con fattore di protezione, che indicano il grado di protezione fornito da quel prodotto.
Nel caso dell’SPF la protezione sarà garantita contro i raggi UVB. L’SPF è definito come il rapporto tra la Minima Dose Eritematogena (MED) della zona protetta dal prodotto e la Minima Dose Eritematogena della zona non protetta dello stesso soggetto. Quanto più è alto il fattore di protezione, tanto maggiore sarà la quantità di raggi UV necessaria per indurre un eritema sulla pelle protetta. Un prodotto con SPF 50 significa che la dose di UV necessaria per sviluppare un eritema con la protezione è 50 volte superiore all’assenza di protezione.
E’ bene verificare però che sul prodotto solare sia presente anche la dicitura UVA a indicare che quel prodotto solare è stato ideato e progettato per proteggere anche dai raggi UVA.
Come si possono determinare questi valori in un prodotto cosmetico?
Innanzitutto è necessario che il prodotto cosmetico sia formulato per la protezione solare, deve quindi contenere filtri fisici o chimici che proteggano sia da UVA che UVB.
Quindi, su tale prodotto è possibile eseguire dei test sia in vivo, su volontari, che in vitro quindi in laboratorio.
SPF – determinazione con metodo in vivo
Nel metodo in vivo, i test vengono eseguiti su volontari in presenza di un dermatologo.
La pelle di questi volontari viene esposta a varie quantità di luce prodotta da simulatori solari, prima e dopo l’applicazione di una quantità ben definita di prodotto per la protezione solare. L’SPF viene valutato attraverso la MED (Dose Minima Eritematogena), che indica la più bassa dose di raggi UV richiesta per produrre nei volontari un arrossamento cutaneo visibile a distanza di 24-26 ore dall’esposizione alle radiazioni ultraviolette. Il rapporto tra la MED su cute protetta (l’applicazione del filtro deve avere una concentrazione di 2 mg/cm2) e quella su cute non protetta indica il valore numerico del Fattore di Protezione Solare.
SPF – determinazione con metodo in vitro
Il metodo in vitro invece prevede l’utilizzo di uno strumento di laboratorio utilizzato in spettrofotometria, lo spettrofotometro, che permette di determinare l’SPF di una dato prodotto solare. Il principio della determinazione dell’SPF in vitro è stato per la prima volta teorizzato ed applicato da Brian L. Diffey e J. Robson nel 1989 eseguito applicando una quantità nota di prodotto su un opportuno substrato di superficie prefissata, in modo tale da ottenere un film traslucido omogeneo.
La Raccomandazione della Commissione Europea sull’efficacia dei prodotti per la protezione solare e sulle relative indicazioni ha suggerito una semplificazione dei numeri usati per indicare il fattore di protezione solare e delle categorie di protezione secondo la seguente classificazione:
- Protezione BASSA: SPF 6-10
- Protezione MEDIA: SPF 15-20-25
- Protezione ALTA: 30-50
- Protezione MOLTO ALTA: 50+
Il calcolo dell’SPF, nonostante ormai ampiamente assodato, è limitato da alcuni importanti fattori tra cui:
– Variabili individuali;
– Quantità di prodotto applicato e frequenza delle applicazioni;
– Ora del giorno e luogo in cui avviene l’esposizione;
– Tipo di radiazioni ultraviolette a cui ci si espone, es. sole, lampade abbronzanti…
Per ovviare a questi scostamenti è bene che il consumatore finale sia informato e consapevole del corretto impiego del prodotto cosmetico solare e per esempio vada ad applicare il prodotto il prodotto in quantità sufficiente, con frequenza regolare e preoccuparsi di esporsi al sole o alle radiazioni UV artificiali in maniera responsabile.
Protezione UVA
Come abbiamo già visto, anche gli UVA possono essere nocivi. LINK ARTICOLO SOLARI
Per questo la Commissione Europea raccomanda che i prodotti solari siano in grado di proteggere sia dalla radiazione UVB che UVA.
La Raccomandazione della Commissione Europea prevede che il valore minimo di protezione UVA sia almeno di 1/3 rispetto all’SPF e che se il prodotto solare garantisce protezione dai raggi UVA, questo venga indicato con apposito simbolo, un cerchio che contiene la sigla UVA. Per la valutazione e la quantificazione numerica della protezione dai raggi UVA si possono utilizzare diversi parametri misurati in vivo, come l’Immediate Pigment Darkening (IPD) e il Persistent Pigment Darkening (PPD). In alternativa, il fattore di protezione UVA può essere misurato anche mediante test in vitro.